domenica 5 maggio 2013

Dopo il gravissimo atto di blasfemia compiuto lo scorso 1 maggio, sul piazzale antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale del Vescovo di Roma, il Papa, avevo deciso di tacere. All’ignoranza imperante ripetere cose ovvie pare essere inutile. Certi idioti godono del beneplacito degli organizzatori di quella manifestazione (ogni anno ce ne è una e ogni anno, al massimo, essi si dissociano solo dopo gli eventi) e del favore dei media. Fin qui poco male, il mondo va così, mi domando solo l’opportunità di riservare quello spazio a certe porcherie. Roma non sa trovare un altro luogo cui destinare manifestazioni, eventualmente anche di natura meno incivile? Pare di no. Credo però che non lo si voglia trovare. Fa comodo insultare la Chiesa cattolica, così come è ancor più comodo non pestare i piedi a certi poteri forti. E quindi ogni anno subiamo oltraggi alla nostra religione. Siccome non amiamo farci esplodere nelle pubbliche piazze il problema si riporrà certamente il prossimo anno. Quello che fa più male, e permettetemi il termine, anche più schifo, è la vigliaccheria del nostro clero, capace solo di essere prono a ogni potere mondano e incapace di difendere ciò in cui dovrebbe (il condizionale è d’obbligo!) credere. Il cardinal Vallini, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, ha detto: «Spiace constatare con amarezza questa nota stonata che sale dal palcoscenico di una manifestazione musicale, chiamata ad offrire soltanto esibizioni che elevano verso ciò che è nobile, nella consapevolezza che anche nella musica amata dai giovani si esprime l'anelito alla bellezza e all'assoluto. Così come addolora il fatto che ancora una volta la religione cristiana sia presa di mira con facilità, utilizzando le manifestazioni pubbliche e gli schermi televisivi […] E' intollerabile assistere a gesti che offendono la sensibilità di milioni di credenti, in ciò che hanno di più prezioso e caro, e che feriscono il senso più autentico del vivere comune. Ed è doloroso assistere al silenzio di conduttori e promotori delle manifestazioni che fanno da cornice a tale scempio dell'intelligenza, del buon gusto e del rispetto delle persone» Avrei preferito udire parole di fuoco, di condanna senza riserve, di prese di posizione decise, chiare, autoritarie. Anche pratiche, non solo verbali. Il popolo cattolico rimane cornuto e mazziato. Umiliato nel proprio credo, sbeffeggiato dal grave silenzio delle autorità ecclesiastiche. Silenzio che grida vendetta, poco meno dell’atto blasfemo, agli occhi di Dio. Mons. Luigi Negri, l’unico Vescovo che ho sentito parlare con parole chiare, denuncia: «Per la prima volta da quando il papa Giovanni Paolo II mi ha chiamato ad essere vescovo della Chiesa cattolica in Italia sono profondamente a disagio. Chi siamo, che cosa vogliamo? Chi siamo noi vescovi in Italia e che cosa vogliamo? Educare un popolo cristiano che diventi cosciente della sua identità, e sia in grado di essere quella minoranza creativa di cui ha parlato Benedetto XVI? O siamo gente che ritaglia in questo coacervo di bestialità lo spazio per i piccoli servizi religiosi che saranno chiesti da sempre meno persone. E poi alle stesse persone diciamo cose ovvie come la necessità che ci siano governi efficienti e così via. Cose peraltro giuste, ma non è su questo che si gioca il destino del popolo italiano, del suo presente e del suo futuro.» Già, eccellentissimi Vescovi, chi siete? Dove siete? Con la coda tra le gambe timorosi di difendere la Chiesa e la santa Dottrina Cattolica? Sapete solo partecipare a inutili (se non dannosi) incontri ecumenici, dove l’unico obiettivo che sapete raggiungere è quello di mettere in discussione il Credo che dovreste, piuttosto, annunciare? Dove siete eccellenze? Il popolo ha bisogno di qualcuno che gli insegni, anche con il sacrificio, che dare la propria vita per Cristo e la Chiesa serve. Non è sangue sprecato. Se alle parole non seguono i fatti, benedetti dal sangue versato, non siamo uomini, ma canaglie. Se voi fuggite di fronte a certi ridicoli lupi, che farà il popolo cristiano di fronte alle più crudeli persecuzioni che, anche per la vostra inettitudine e complicità, imperversano nel mondo, ma anche, purtroppo, nella Chiesa? Continuiate a gongolare di fronte al prossimo convegno, continuiate a riempirci la testa di inutili parole nella prossima pubblica occasione: a morire per Cristo ci penseremo noi.

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