lunedì 28 ottobre 2013

La vita: mistero complesso e affascinante, con il quale tutti devono confrontarsi. Della vita si possono avere tante idee, tante teorie, ma essa va avanti sicura di sé, senza fermarsi a confermare o smentire le nostre belle discettazioni. La vita è quello che ti capita. Che tu ne sia cosciente o meno è un livello differente di analisi. La vita è. Punto. Poi ti puoi rendere conto di quello che accade, provare a prevederlo, controllarlo, impedirlo, permettere che si realizzi o altro, ma la vita è e rimane vita a prescindere da tutti i nostri sforzi. Sforzi che però non sono vani. La vita non è solo quello che ci accade, come marionette di un abile marionettista, ma non è nemmeno frutto tutto della nostra volontà. Non è nemmeno vero che il nostro futuro ce lo scriviamo noi. Le responsabilità dei nostri atti e delle nostre scelte sono le nostre certo, nessuna depenalizzazione in merito, ma non è nemmeno vero che tutte le scelte che possiamo intraprendere sono tutte le varietà di scelte possibili. Se sto giocando a poker non posso pretendere di prendere un asso di bastoni. Così, se gioco a briscola, non pretendo di calare un full. Ma stare al tavolo di poker o di briscola non sempre è una nostra scelta. Sia perché potremmo non trovare compagni di gioco per la briscola e allora, se vogliamo giocare, non abbiamo alternative; sia perché non necessariamente abbiamo sempre la possibilità di scegliere tra quale gioco giocare. O abbiamo una sola possibilità, e al massimo possiamo rinunciare a giocare, oppure capita sovente che se noi vogliamo giocare non c’è un tavolo o un campo di gioco che corrisponda ai nostri desideri e alla nostra volontà. Poi possiamo pure giocare a calcetto su un campo di bocce, ma il risultato è grottesco, così com’è grottesca (e folle) la presunzione di chi presume di essere l’unico artefice del proprio destino. Ignorando così due dati evidenti: la libertà dell’altro e la volontà di Dio. Nella nostra vita ci sono cose che rispondono alle nostre scelte, e possiamo chiamarle, la trama della nostra vita. Ma di essa c’è anche un ordito che non dipende dalla nostra volontà. C’è chi pensa che essa non esiste, ma è un folle perché nessuno può pensare di determinare in ogni dettaglio il corso della propria esistenza; la morte, la sofferenza, sballano ogni arrogante certezza in merito. C’è chi pensa che l’ordito sia frutto del caso, ed è altrettanto folle, perché se solo ci si sofferma a guardarlo, questo ordito, il caso è la spiegazione meno plausibile. C’è, infine, chi crede che l’ordito sia volontà di Dio e come tale lo stabilisce Lui secondo i Suoi imperscrutabili piani. La difficoltà e l’obiettivo della vita, è quello di costruire una tessitura il più possibile coerente, gradevole, che a guardarla si possa restare stupiti, meravigliati dalla bellezza. Come si fa? Bisogna seguire l’ordito, far passare i fili della trama, le nostre decisioni, le nostre scelte, seguendo quel percorso già stabilito. Non è mortificazione della nostra libertà, è la sua sublimazione!

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